Posts written by Pierfrancesco:-)

view post Posted: 5/5/2023, 16:19 Male/Amore - Antroposofia
Ciao Anna Rita,

è un quesito filosofico: Che cosa è il bene? e sarebbe molto arduo trovare una risposta che non sia preconfezionata.

Mi sembra però di percepire in questo quesito, qualcos'altro: una problematica relazionale.
Alcuni spiegano tali problematiche in modo molto diverso dalla psicologia tradizionale:

Tiziano Tummolo
view post Posted: 12/2/2022, 16:41 reincarnazione e dintorni - Attualità
Ciao Anna Rita,

in L'Apocalisse e in altri testi, ad esempio Steiner accenna alla storia di Kaspar Huser (vedi anche questa conferenza di Alessandro Benati, che ha scritto un libro a riguardo: www.youtube.com/embed/OP7RtkZEklA in cui si accenna (se non ricordo male) che questa era un'anima che non si reincarnava nella terra del periodo di Atlantide.

Poi c'è l'anima del Gesù Nathanico in cui Steiner racconta che era un'anima mai incarnata prima, ma che la sua anima era stata preservata e custodita per poi divenire il corpo astrale (puro) del Gesù del vangelo di Luca.

Poi sono indicate in Apocalisse ed agire Sacerdotale, una serie di anime incarnate nella Terra, che non hanno un Io, e che quindi quella che vivranno nella Terra, sarà la prima è unica incarnazione che avranno.

Oggigiorno ci sono anche conferme di questo da alcuni veggenti viventi come ad esempio il controverso Enzo Nastati, che in questo video del 2 gennaio www.youtube.com/embed/NIOsTbcEgJw parla di centinaia di milioni di uomini attualmente incarnati, che non sono Uomini, li potremmo oggi chiamare "alieni", anche se non si capisce se ne sono consapevoli o no. Questi non avendo la componente "Io" non si reincarneranno.

Troviamo conferme a questo anche negli studi del prof. Corrado Malanga riassunti ad esempio nel video
Prediamone Coscienza, in cui la componente "Io" (antroposofica) viene denominata "Anima".

E ci sarebbe altro da dire... i Voladores di Castaneda ...

Ciao.
view post Posted: 8/9/2020, 22:14 QUID EST VERITAS - Antroposofia
Ce n'è voluta, ma alla fine il post è stato pubblicato

su facebook

:rolleyes:
view post Posted: 5/9/2020, 16:11 QUID EST VERITAS - Antroposofia
Pubblico qui perché sul gruppo facebook La Bilancia di Michele - CasaSofia, dopo varie ore, ancora non viene approvato il seguente post.

queste mie osservazioni scaturiscono dalla serie di botta e risposta avvenute nei gruppi facebook La Bilancia di Michele - CasaSofia postati da Franco De Pascale, e diretti ai scritti e all'opera di Fabrizio Fiorini pubblicati nel gruppo facebook NR.Ottaviano.

Franco De Pascale:
VERITÀ SU RUDOLF STEINER E MASSIMO SCALIGERO CONTRO LE MENZOGNE SU DI LORO:

1. prima parte
2. seconda parte
4. terza parte
6. quarta parte
8. quinta parte
9. sesta parte
10.appendice sesta parte
Fabrizio Fiorini:
3. IN RISPOSTA AD ALCUNI CALUNNIOSI ED IMMOTIVATI ATTACCHI: I PUPAZZI DEGLI OSTACOLATORI
5. ULTERIORI CHIARIMENTI SUGLI ATTACCHI A N.R.OTTAVIANO E AD ALTRI AMICI: L'IRA DEGLI "ANTROPOCRATI"
7. PERCHE' NON SEMPRE È VERO CHE UN ALBERO SI GIUDICA DAI PROPRI FRUTTI

Premessa: Oggi non credo più alla catena maestro-discepolo. Non ho conosciuto nessun maestro, quindi la vita e coloro che mi stanno vicini sono l'unica fonte abilitata ad insegnarmi qualcosa. Cerco di non stare dalla parte di nessuno, né di Fiorini, né di De Pascale, ma cerco in tutti, quanto hanno da dire e ne prendo quello che considero buono (c'è sempre) e ne lascio il resto.

QUID EST VERITAS? dice Pilato a Gesù.

Si possono fare 2 ipotesi, o che lo stia prendendo in giro per il processo farsa che sta subendo dai giudei, oppure Pilato potrebbe intendere che la Verità è molto difficile da appurare.

Per Amore nei confronti della VERITA', Gesù avrebbe potuto (ne aveva le capacità) convincere Pilato che coloro che lo accusavano: i SOMMI SACERDOTI di quel tempo e gli ANZIANI, si trovavano nella MENZOGNA, infatti lo avevano portato per essere giustiziato in quanto malfattore:
CITAZIONE
(Gv 18,30) Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato».

Gesù avrebbe potuto trovare un alleato in Pilato (che non voleva assolutamente giustiziarlo, ripetendo più volte che non trovava il lui nessuna colpa), e convincerlo delle menzogne e incongruenze di quanti lo accusavano. Gesù ama la Verità, ma decide di renderle testimonianza con il silenzio:
CITAZIONE
(Gv 18,37) Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa.

Secondo Giovanni, dopo aver detto "Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce", dice solo questa frase:
CITAZIONE
(Gv 19,9) ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande». Da quel momento Pilato cercava di liberarlo...

Quindi qui troviamo un Gesù che se visto per un certo verso, sembrerebbe non aiutare il popolo, non impegnandosi ad esempio in una conversazione costruttiva con quell'uomo di potere (Pilato) che averebbe avuto la forza di modificare la sorte di tutti (quella di Gesù salvandolo e quella dei sommi sacerdoti, ridimensionando la loro influenza sul popolo), e salvare quindi il popolo dalle menzogne di quelli, che qualche anno dopo avrebbero portato il popolo di Israele alla disfatta nel 70 d.C. con la distruzione del Tempio e la diaspora in tutto il mondo. Secondo il ragionamento di alcuni, potremmo vedere in questo atteggiamento di Gesù un lassismo, un mancato amore per la Verità, per il popolo.

Ma la testimonianza alla Verità, Gesù la da con il suo Sacrificio, non con le parole.

La Verità non può essere imposta, essa deve essere accettata liberamente, e tanto più la si accetta, quanto colui che la proclama non lo fa in modo aggressivo. L'atteggiamento iper-passivo di Gesù (agnello sacrificale), alla lunga è quello che ha dato nel tempo, più risultati.

Ecco perché il mio atteggiamento rispetto a coloro che vogliono salvare l'ortodossia antroposofica, con modi autoritari ad esempio anche con l'esclusione delle opinioni contrarie, appellandosi a salvatori del popolo, popolo che seguendo la menzogna si procurerebbe gravi patologie psichiche, non può che essere di dispiacere. Vi vedo un ritorno alla caccia alle streghe. Sono profondamente convinto che i domenicani dell'inquisizione (detti anche Domini-canes), fossero profondamente convinti di essere nel giusto, quando torturavano i posseduti da Satana.

Non dico che non si deve correggere quello che io penso sia un errore, certo che lo posso fare. Intanto non posso pensare che la mia, sia la verità assoluta. Foss'anche quella di una rivelazione del Cristo in persona. La presunta verità assoluta blocca il dialogo, blocca qualsiasi possibilità di comunicazione con l'altro. Sono molto perplesso quando sento che la mia verità (o di un gruppo) debba essere imposta per autorità (il direttivo della S.A., i continuatori della Tradizione, il papa, i più intimi discepoli) ed esclusi dai convegni (come si è anche sentito in alcuni commenti), tutti coloro che la pensano diversamente.

Ripensiamo alle conseguenze di questa frase:
CITAZIONE
(Gv 18,14) Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È meglio che un uomo solo muoia per il popolo».

Secondo la morale dell'Individualismo Etico proposta da Steiner, il "popolo" non dovrebbe essere preso in considerazione in quanto entità astratta, sono i singoli che devono fare esperienza e produrre nuove idee secondo la propria fantasia morale. Si può utilizzare il popolo indifeso, bisognoso di una ortodossia, allo stesso modo con cui si utilizza strumentalmente la protezione degli immunodepressi, per imporre l'obbligo del vaccino.

Oggi non ci si può più basare sulle autorità! A cosa serve squalificare qualcuno nello specifico, se la gara a chi è il più autorevole non è più significativa in questo periodo dell'anima cosciente?

Non sulla specifica divulgazione degli esercizi fatta dal Fiorini doveva essere puntato il dito, quanto sul fatto della pretesa autorità spirituale di questo, direttamente da Scaligero. Questa è la convinzione da demolire, basta con le frasi del tipo: "me lo disse Scaligero prima di morire!". Non è più possibile continuare con questa tipologia di argomentazioni. Queste argomentazioni provengono comunque anche dal De Pascale, quindi anche lui prosecutore del vecchio concetto di autorità. E' questa la mia critica:

La Verità non può essere imposta per autorità, ma deve essere accettata individualmente. E questo è possibile in maniera proporzionale alla mancanza di aggressività.

Ciò che è buono e giusto oggi lo deve decidere solo l'individuo singolo, altrimenti non consideriamo quanto scrive Steiner in:
CITAZIONE
Filosofia della Libertà (Cap.12 La Fantasia Morale)
Ma non possiamo misurare il nuovo sull'antico? Non sarà ogni uomo costretto a giudicare la produzione della sua fantasia morale alla stregua delle dottrine etiche tradizionali? Per ciò che deve manifestarsi come moralmente produttivo, il far questo sarebbe altrettanto assurdo come il voler misurare una nuova forma naturale sulle antiche, e dire che i rettili sono una forma illegittima (degenerata) perché non coincidono con i protoamnioti. L'individualismo etico non solo non è dunque in contrasto con una bene intesa teoria dell'evoluzione, ma segue direttamente da essa. L'albero genealogico di Haeckel, che dai protozoi risale fino all'uomo considerato come essere organico, dovrebbe potersi seguire, senza violare le leggi naturali e senza infrangere l'unità dell'evoluzione, fino all'individuo, considerato come essere morale in senso determinato. In nessun caso, però, potrebbe dall'Essere di una specie antica derivarsi l'Essere di una specie seguente. Ma mentre è vero che le idee morali dell'individuo sono derivate percettivamente da quelle dei suoi antenati, d'altra parte è pur vero che l'individuo è moralmente improduttivo se non possiede idee morali proprie.
[...]
Come il monismo non può valersi di alcun pensiero creativo soprannaturale per spiegare la vita organica, così gli è pure impossibile di dedurre l'ordinamento morale del mondo da cause che non risiedono dentro il mondo. Non può spiegare esaurientemente la natura morale di un atto volitivo, né ammettendo un'azione soprannaturale continuativa sulla vita morale (un governo divino del mondo dal di fuori), né una speciale rivelazione temporanea (imposizione dei dieci comandamenti), né la manifestazione di Dio sulla terra (Cristo). Tutto ciò che per queste vie accade all'uomo e nell'uomo, acquista valore morale solo quando, con l'esperienza umana, l'individuo lo abbia fatto proprio. I processi etici per il monismo sono prodotti del mondo, come tutto ciò che esiste, e le loro cause devono ricercarsi nel mondo, cioè nell'uomo, poiché l'uomo è il veicolo della moralità.

Quindi ritengo "moralmente auspicabile" che un individuo (es. il Fiorini) possa produrre degli "esercizi" diversi da quelli della tradizione (Scaligero/Steiner) e più rispondenti alla sua nuova situazione esterna e interna. Mentre non ritengo "moralmente produttivo" il fatto di evocare una autorevolezza datagli "dall'alto" (ovvero dal fatto che era come un figlio per Scaligero, o nel caso del De Pascale, dal fatto che in colloqui privati Scaligero abbia dato ad un piccolo gruppo specifiche direttive).

Poi riguardo a coloro che decideranno di seguire le loro indicazioni, io posso dire cosa penso dell'uno o dell'altro, ma non posso avocarmi il compito di "proteggere gli sprovveduti", devo considerare gli uomini come individui capaci di discernere. Fidiamoci dell'uomo! Bellia diceva, io mi fido solo dell'uomo!

Da parte mia leggendo il seguente post di Fiorini:
www.facebook.com/NR.Ottaviano/posts/2756271241277358
lo trovo rispondente agli insegnamenti della Scienza dello Spirito, non ho trovato la fase propedeutica di rilassamento descritta dal De Pascale, forse si troverà da qualche altra parte, ma comunque non credo assolutamente che fare i 6 esercizi complementari nella loro totalità, possa nuocere gravemente alla salute psico-fisica, mentre sono propenso a pensare che l'esecuzione unilaterale solo di alcuni di questi, possa produrre degli squilibri.

D'altro canto ho apprezzato in passato alcuni studi del De Pascale (Hugo de Paganis in Ecoantroposophia), che decurtati di quell'atteggiamento aggressivo che ha nel dire le cose (e certe volte è molto difficile), danno molti spunti di riflessione.

Un saluto Pierfrancesco



Un altro articolo che commenta questa situazione di conflitti interni e che mi trova d'accordo con quanto c'è scritto, lo ha pubblicato Piero Cammerinesi:

Pensare, sentire, volere

L'articolo che Piero ripubblica in questi giorni sempre su facebook, in realtà e del maggio 2013, ma i contenuti sono sempre molto attuali.

P.

Edited by Pierfrancesco:-) - 7/9/2020, 19:00
view post Posted: 25/1/2020, 22:37 A 40 anni dalla morte di Massimo Scaligero - Eventi
Volevo condividere un sentimento che è sorto in me, durante l’incontro avvenuto oggi a Veroli (città natale di M.S.).
Premessa:
È già qualche anno che ho progressivamente diminuito le attività spirituali consigliate da R.S.& M.S. fino ad abbandonarle del tutto, e vivere così una triste vita materialista. Quindi il sentimento che ho portato con me da Roma, era di profondo disincanto, con un principio di avversione nei confronti dei “maestri”.

Ad esempio l’altro ieri, durante la trasmissione radiofonica (Forma d’Onda), in cui era ospite Piero Cammerinesi, posi provocatoriamente la domanda: “si dice che un maestro è veramente bravo, quando l’allievo lo supera, tu Piero, sei a conoscenza di qualcuno che sia andato “oltre” Scaligero?”.

Arrivato a Veroli, mi si presenta davanti agli occhi, un paesaggio meraviglioso, nonostante la cupa giornata invernale di pioggia e nebbia. La collina su cui si erge la cittadina, i palazzi a strapiombo e i riferimenti templari che sono presenti nella toponomastica, mi riportano ad un tempo passato, nonostante la relativa vicinanza da Roma. C’è assoluta tranquillità, l’occhio spazia sulle valli circostanti, fino ai monti simbruini.

Alle 15:00 inizia il convegno. Alcuni relatori sono conosciuti, i loro discorsi, pieni di devozione, mi riempiono di un sentimento di gioia che mi contagia. Li invidio. Io non riesco più a trovare in me, quell’entusiasmo nei confronti dell’Opera, che bruciava in me all’inizio del percorso. E me ne accorgo, specialmente quando parla il ragazzo di Cosenza.

Un alone di tristezza, ripiomba su di me, ma non riesco a formulare bene le motivazioni. Poi nel percorso di ritorno, confrontandomi con il mio amico, ritrovo il punto in cui il mio cammino si è schiantato davanti ad un muro: “Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.” Mt 19:22.

E ho ipotizzato una possibile motivazione sul perché, in questa generazione, ben pochi hanno seguito l’esempio del maestro. E non saprei capire quanti di noi, si sono trovati in positivo, rispetto ai 3 quesiti posti da Piero Cammerinesi.

Quello che non è particolarmente uscito dal convegno, e che secondo me necessitava di una evidenziazione più significativa, è il carattere di eroicità assoluta dell’essere cristiano. Forse è stato detto tra le righe, che Massimo era un “santo”, nel senso originario del termine, ovvero un “separato” dal mondo, ma inserito nel mondo. La sua abnegazione nei confronti dell’opera, la rinuncia alla carriera, ai soldi, ai viaggi, alle vacanze, al sesso. Un sacrificio totale dell’ego, un sacrificio paragonabile a quello di Cristo, ma più diluito nel tempo. Un sacrificio che è alla base del cristianesimo, e che a volte, in questo nuovo cristianesimo “esoterico”, sembra dileguarsi e non essere così centrale, come gli esercizi, lo studio, l’impegno.

Io avevo iniziato questo percorso, ma dopo un certo tempo, mi si palesò il fine ultimo di tutti quegli esercizi: l’amore per il mio prossimo. Amore che non avevo sviluppato. Così dopo anni, mi sono ritrovato brutto, senza amore e senza sapore: “Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.” Mt 5:13

Scoprire la tragedia di una vita: anni di esercizi, per bruciare quella falsa personalità (quella che ti nasconde, ma anche protegge, nella vita materiale), ma non aver conquistato quel sentimento d’amore senza il quale il mondo spirituale, non ci fa attraversare la soglia, è stato devastante.

Forse e dico forse, è questo il motivo per cui molti discepoli di Scaligero non hanno attraversato la soglia: una semplice mancanza di coraggio eroico, nel sacrificare carriera, soldi, viaggi, vacanze, sesso.

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.” Gv 12:24

Un saluto e grazie per il convegno.

Pierfrancesco
view post Posted: 27/8/2018, 10:11 Papa Bergoglio - Attualità
Salve, volevo porre alla vostra attenzione questa lettera, pubblicata ieri 26 Agosto 2018 su
http://lanuovabq.it/it/mccarrick-come-cosi...eso-la-trappola.

Rivelazioni sconcertanti di mons. Viganò che con nomi e date, evidenzia una rete di perversione, innestata all'interno della chiesa cattolica che necessita di una seria e drastica auto-critica, pena la completa sparizione, di quella autorità spirituale e morale, guadagnatasi al tempo dei primi martiri.


CITAZIONE
«Ecco chi guida la lobby gay. E il Papa ne è complice»
lanuovabq.it Vedi originaleAgosto 26º, 2018
Riportiamo il testo integrale del lungo documento in cui l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò, svela tutti i retroscena dello scandalo McCarrick e accusa papa Francesco di aver coperto questi crimini.




TESTIMONIANZA

di Mons. Carlo Maria Viganò
Arciv. tit. di Ulpiana
Nunzio Apostolico

In questo tragico momento che sta attraversando la Chiesa in varie parti del mondo, Stati Uniti, Cile, Honduras, Australia, ecc., gravissima è la responsabilità dei Vescovi. Penso in particolare agli Stati Uniti d’America dove fui inviato come Nunzio Apostolico da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2011, memoria dei Primi Martiri dell’America Settentrionale. I Vescovi degli Stati Uniti sono chiamati, ed io con loro, a seguire l’esempio di questi primi martiri che portarono il Vangelo nelle terre d’America, ad essere testimoni credibili dell’incommensurabile amore di Cristo, Via, Verità e Vita.

Vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati.

Per restituire la bellezza della santità al volto della Sposa di Cristo, tremendamente sfigurato da tanti abominevoli delitti, se vogliamo veramente liberare la Chiesa dalla fetida palude in cui è caduta, dobbiamo avere il coraggio di abbattere la cultura del segreto e confessare pubblicamente le verità che abbiamo tenuto nascoste. Occorre abbattere l’omertà con cui vescovi e sacerdoti hanno protetto loro stessi a danno dei loro fedeli, omertà che agli occhi del mondo rischia di far apparire la Chiesa come una setta, omertà non tanto dissimile da quella che vige nella mafia. “Tutto quello che avete detto nelle tenebre… sarà proclamato sui tetti” (Lc. 12:3).

Avevo sempre creduto e sperato che la gerarchia della Chiesa potesse trovare in se stessa le risorse spirituali e la forza per far emergere la verità, per emendarsi e rinnovarsi. Per questo motivo, anche se più volte sollecitato, avevo sempre evitato di fare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, anche quando sarebbe stato mio diritto farlo per difendermi dalle calunnie pubblicate sul mio conto anche da alti prelati della Curia romana. Ma ora che la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchica della Chiesa la mia coscienza mi impone di rivelare quelle verità che con relazione al caso tristissimo dell’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick sono venuto a conoscenza nel corso degli incarichi che mi furono affidati, da S. Giovanni Paolo II come Delegato per le Rappresentanze Pontificie dal 1998 al 2009 e da Papa Benedetto XVI come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America dal 19 ottobre 2011 a fine maggio 2016.

Come Delegato per le Rappresentanze Pontificie nella Segreteria di Stato, le mie competenze non erano limitate alle Nunziature Apostoliche, ma comprendevano anche il personale della Curia romana (assunzioni, promozioni, processi informativi su candidati all’episcopato, ecc.) e l’esame di casi delicati, anche di cardinali e vescovi, che venivano affidati al Delegato dal Cardinale Segretario di Stato o dal Sostituto della Segreteria di Stato.

Per dissipare sospetti insinuati in alcuni articoli recenti, dirò subito che i Nunzi Apostolici negli Stati Uniti, Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, ambedue deceduti prematuramente, non mancarono di informare immediatamente la Santa Sede non appena ebbero notizia dei comportamenti gravemente immorali con seminaristi e sacerdoti dell’arcivescovo McCarrick. Anzi, la lettera del P. Boniface Ramsey, O.P. del 22 novembre 2000, secondo quanto scrisse il Nunzio Pietro Sambi, fu da lui scritta a richiesta del compianto Nunzio Montalvo. In essa P. Ramsey, che era stato professore nel Seminario diocesano di Newark dalla fine degli anni ’80 fino al 1996, afferma che era voce ricorrente in seminario che l’arcivescovo “shared his bed with seminarians”, invitandone cinque alla volta a passare il fine settimana con lui nella sua casa al mare. Ed aggiungeva di conoscere un certo numero di seminaristi, di cui alcuni furono poi ordinati sacerdoti per l’arcidiocesi di Newark, che erano stati invitati a detta casa al mare ed avevano condiviso il letto con l’arcivescovo.

L’ufficio che allora ricoprivo non fu portato a conoscenza di alcun provvedimento preso dalla Santa Sede dopo quella denuncia del Nunzio Montalvo alla fine del 2000, quando Segretario di Stato era il Card. Angelo Sodano.

Parimenti, il Nunzio Sambi trasmise al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone una Memoria di accusa contro McCarrick da parte del sacerdote Gregory Littleton della diocesi di Charlotte, ridotto allo stato laicale per violazione di minori, assieme a due documenti dello stesso Littleton, in cui raccontava la sua triste storia di abusi sessuali da parte dell’allora arcivescovo di Newark e di diversi altri preti e seminaristi. Il Nunzio aggiungeva che il Littleton aveva già inoltrato questa sua Memoria a circa una ventina di persone, fra autorità giudiziarie civili ed ecclesiastiche, di polizia ed avvocati, fin dal giugno 2006, e che era quindi molto probabile che la notizia venisse presto resa pubblica. Egli sollecitava pertanto un pronto intervento della Santa Sede.

Nel redigere l’Appunto su questi documenti che come Delegato per le RR.PP. mi furono affidati il 6 dicembre 2006, scrissi per i miei superiori, il Card. Tarcisio Bertone e il Sostituto Leonardo Sandri, che i fatti attribuiti a McCarrick dal Littleton erano di tale gravità e nefandezza da provocare nel lettore sconcerto, senso di disgusto, profonda pena e amarezza e che essi configuravano i crimini di adescamento, sollecitazione ad atti turpi di seminaristi e sacerdoti, ripetuti e simultaneamente con più persone, dileggio di un giovane seminarista che cercava di resistere alle seduzioni dell’arcivescovo alla presenza di altri due sacerdoti, assoluzione del complice in atti turpi, celebrazione sacrilega dell’Eucaristia con i medesimi sacerdoti dopo aver commesso tali atti.

In quel mio Appunto che consegnai quello stesso 6 dicembre 2006 al mio diretto superiore, il Sostituto Leonardo Sandri, proponevo ai miei superiori le seguenti considerazioni e linea d’azione:

Premesso che a tanti scandali nella Chiesa negli Stati Uniti, sembrava che se ne stesse per aggiungere uno di particolare gravità che riguardava un cardinale;
e che in via di diritto, trattandosi di un cardinale, in base al can. 1405 § 1, n. 2˚, “ipsius Romani Pontificis dumtaxat ius est iudicandi”;
proponevo che venisse preso nei confronti del cardinale un provvedimento esemplare che potesse avere una funzione medicinale, per prevenire futuri abusi nei confronti di vittime innocenti e lenire il gravissimo scandalo per i fedeli, che nonostante tutto continuavano ad amare e credere nella Chiesa.
Aggiungevo che sarebbe stato salutare che per una volta l’Autorità ecclesiastica avesse ad intervenire prima di quella civile e se possibile prima che lo scandalo fosse scoppiato sulla stampa. Ciò avrebbe potuto restituire un po’ di dignità ad una Chiesa così provata ed umiliata per tanti abominevoli comportamenti da parte di alcuni pastori. In tal caso, l’Autorità civile non si sarebbe trovata più a dover giudicare un cardinale, ma un pastore verso cui la Chiesa aveva già preso opportuni provvedimenti, per impedire che il cardinale abusando della sua autorità continuasse a distruggere vittime innocenti.

Quel mio Appunto del 6 dicembre 2006 fu trattenuto dai miei superiori e mai mi fu restituito con un’eventuale decisione superiore al riguardo.

Successivamente, intorno al 21-23 aprile 2008, fu pubblicato in internet nel sito richardsipe.com lo Statement for Pope Benedict XVI about the pattern of sexual abuse crisis in the United States, di Richard Sipe. Esso fu trasmesso il 24 aprile dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Card. William Levada, al Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e fu a me consegnato un mese dopo, il successivo 24 maggio 2008.

Il giorno seguente consegnavo al nuovo Sostituto Fernando Filoni il mio Appunto, comprensivo del mio precedente del 6 dicembre 2006. In esso facevo una sintesi del documento di Richard Sipe, che terminava con questo rispettoso ed accorato appello a Papa Benedetto XVI: “I approach Your Holiness with due reverence, but with the same intensity that motivated Peter Damian to lay out before your predecessor, Pope Leo IX, a description of the condition of the clergy during his time. The problems he spoke of are similar and as great now in the United States as they were then in Rome. If Your Holiness requests I will submit to you personally documentation of that about which I have spoken”.

Terminavo questo mio Appunto ripetendo ai miei superiori che ritenevo si dovesse intervenire quanto prima togliendo il cappello cardinalizio al Card. McCarrick e che gli fossero inflitte le sanzioni stabilite dal codice di diritto canonico, le quali prevedono anche la riduzione allo stato laicale.

Anche questo secondo mio Appunto non fu mai restituito all’Ufficio del Personale e grande era il mio sconcerto nei confronti dei superiori per l’inconcepibile assenza di ogni provvedimento nei confronti del cardinale e per il perdurare della mancanza di ogni comunicazione nei miei riguardi fin da quel mio primo Appunto del dicembre 2006.

Ma finalmente seppi con certezza, tramite il Card. Giovanni Battista Re, allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che il coraggioso e meritevole Statement di Richard Sipe aveva avuto il risultato auspicato. Papa Benedetto aveva comminato al Card. McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflittegli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza.

Non mi è noto quando papa Benedetto abbia preso nei confronti di McCarrick questi provvedimenti, se nel 2009 o nel 2010, perché nel frattempo ero stato trasferito al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, così come non mi è dato sapere chi sia stato responsabile di questo incredibile ritardo. Non credo certo papa Benedetto, il quale da Cardinale aveva già più volte denunciato la corruzione presente nella Chiesa, e nei primi mesi del suo pontificato aveva preso ferma posizione contro l’ammissione in seminario di giovani con profonde tendenze omosessuali. Ritengo che ciò fosse dovuto all’allora primo collaboratore del papa, Card. Tarcisio Bertone, notoriamente favorevole a promuovere omosessuali in posti di responsabilità, solito a gestire le informazioni che riteneva opportuno far pervenire al papa.

In ogni caso, quello che è certo è che papa Benedetto inflisse a McCarrick le suddette sanzioni canoniche e che esse gli furono comunicate dal Nunzio Apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi. Mons. Jean-François Lantheaume, allora primo Consigliere della Nunziatura a Washington e Chargé d’Affaires a.i. dopo la morte inaspettata del Nunzio Sambi a Baltimora, mi riferì quando giunsi a Washington – ed egli è pronto a darne testimonianza – di un colloquio burrascoso, di oltre un’ora, del Nunzio Sambi con il Card. McCarrick convocato in Nunziatura: “la voce del Nunzio – mi disse Mons. Lantheaume – si sentiva fin nel corridoio.”

Le medesime disposizioni di papa Benedetto furono poi comunicate anche a me dal nuovo Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Marc Ouellet, nel novembre 2011 in un colloquio prima della mia partenza per Washington fra le istruzioni della medesima Congregazione al nuovo nunzio.

A mia volta le ribadii al Card. McCarrick al mio primo incontro con lui in Nunziatura. Il cardinale, farfugliando in modo appena comprensibile, ammise di aver forse commesso l’errore di aver dormito nello stesso letto con qualche seminarista nella sua casa al mare, ma me lo disse come se ciò non avesse alcuna importanza.

I fedeli si chiedono insistentemente come sia stata possibile la sua nomina a Washington e a cardinale ed hanno pieno diritto di sapere chi era a conoscenza, chi ha coperto i suoi gravi misfatti. È perciò mio dovere rendere noto quanto so al riguardo, incominciando dalla Curia Romana.
Il Card. Angelo Sodano è stato Segretario di Stato fino al settembre 2006: ogni informazione perveniva a lui. Nel novembre 2000 il Nunzio Montalvo inviò a lui il suo rapporto trasmettendogli la già citata lettera di P. Boniface Ramsey in cui denunciava i gravi abusi commessi da McCarrick.

È noto che Sodano cercò di coprire fino all’ultimo lo scandalo del P. Maciel, rimosse persino il Nunzio a Città del Messico Justo Mullor che si rifiutava di essere complice delle sue manovre di copertura di Maciel ed al suo posto nominò Sandri, allora Nunzio in Venezuela, ben disposto invece a collaborare. Sodano giunse anche a far fare un comunicato alla sala stampa vaticana in cui si affermava il falso, che cioè Papa Benedetto aveva deciso che il caso Maciel doveva ormai considerarsi chiuso. Benedetto reagì, nonostante la strenua difesa da parte di Sodano, e Maciel, fu giudicato colpevole e irrevocabilmente condannato.

Fu la nomina a Washington e a cardinale di McCarrick opera di Sodano, quando Giovanni Paolo II era già molto malato? Non ci è dato saperlo. È però lecito pensarlo, ma non credo che sia stato il solo responsabile. McCarrick andava con molta frequenza a Roma e si era fatto amici dappertutto, a tutti i livelli della Curia. Se Sodano aveva protetto Maciel, come appare sicuro - non si vede perché non lo avrebbe fatto per McCarrick, che a detta di molti aveva i mezzi anche finanziari per influenzare le decisioni. Alla sua nomina a Washington si era invece opposto l’allora Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Card. Giovanni Battista Re. Alla Nunziatura di Washington c’è un biglietto, scritto di suo pugno, in cui il Card. Re si dissocia da detta nomina e afferma che McCarrick era il 14mo nella lista per la provvista di Washington.

Al Card. Tarcisio Bertone, come Segretario di Stato, fu indirizzato il rapporto del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, e a lui furono presumibilmente consegnati dal Sostituto i miei due sopra citati Appunti del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008. Come già accennato, il cardinale non aveva difficoltà a presentare insistentemente per l’episcopato candidati notoriamente omosessuali attivi – cito solo il noto caso di Vincenzo di Mauro, nominato Arcivescovo-Vescovo di Vigevano, poi rimosso perché insidiava i suoi seminaristi – e a filtrare e manipolare le informazioni che faceva pervenire a papa Benedetto.

Il Card. Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato, si è reso anch’egli complice di aver coperto i misfatti di McCarrick, il quale dopo l’elezione di papa Francesco si vantava apertamente dei suoi viaggi e missioni in vari continenti. Nell’aprile 2014 il Washington Times aveva riferito in prima pagina di un viaggio di McCarrick nella Repubblica Centroafricana, per giunta a nome del Dipartimento di Stato. Come Nunzio a Washington, scrissi perciò al Card. Parolin chiedendogli se erano ancora valide le sanzioni comminate a McCarrick da papa Benedetto. Ça va sans dire che la mia lettera non ebbe mai alcuna risposta!

Lo stesso si dica per il Card. William Levada, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e per i Cardinali Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, e Lorenzo Baldisseri, già Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi, e l’Arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, attuale Segretario della medesima Congregazione. Essi in ragione del loro ufficio erano al corrente delle sanzioni imposte da papa Benedetto a McCarrick.

I Cardinali Leonardo Sandri, Fernado Filoni e Angelo Becciu, come Sostituti della Segreteria di Stato, hanno saputo in tutti i particolari la situazione del Card. McCarrick.

Così pure non potevano non sapere i Cardinali Giovanni Lajolo e Dominique Mamberti, che come Segretari per i Rapporti con gli Stati, partecipavano più volte alla settimana a riunioni collegiali con il Segretario di Stato.

Per quanto riguarda la Curia Romana per ora mi fermo qui, anche se sono ben noti i nomi di altri prelati in Vaticano, anche molto vicini a papa Francesco, come il Card. Francesco Coccopalmerio e l’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che appartengono alla corrente filo omossessuale favorevole a sovvertire la dottrina cattolica a riguardo dell’omosessualità, corrente già denunciata fin dal 1986 dal Card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali. Alla medesima corrente, seppur con una ideologia diversa, appartengono anche i Cardinali Edwin Frederick O’Brien e Renato Raffaele Martino. Altri poi, appartenenti a detta corrente, risiedono persino alla Domus Sanctae Marthae.

Vengo ora agli Stati Uniti. Ovviamente, il primo ad essere stato informato dei provvedimenti presi da papa Benedetto fu il successore di McCarrick alla sede di Washington, il Card. Donald Wuerl, la cui situazione è ora del tutto compromessa dalle recenti rivelazioni sul suo comportamento come vescovo di Pittsburgh.

È assolutamente impensabile che il Nunzio Sambi, persona altamente responsabile, leale, diretto ed esplicito nel suo modo di essere da vero romagnolo, non gliene abbia parlato. In ogni caso, io stesso venni in più occasioni sull’argomento con il Card. Wuerl, e non ci fu certo bisogno che entrassi in particolari perché mi fu subito evidente che ne era pienamente al corrente. Ricordo poi in particolare il fatto che dovetti richiamare la sua attenzione perché mi accorsi che in una pubblicazione dell’arcidiocesi, sulla copertina posteriore a colori, veniva annunciato un invito ai giovani che ritenevano di avere la vocazione al sacerdozio ad un incontro con il Card. McCarrick. Telefonai subito al Card. Wuerl, che mi manifestò la sua meraviglia, dicendomi che non sapeva nulla di quell’annuncio e che avrebbe provveduto ad annullare detto incontro. Se come ora continua ad affermare non sapeva nulla degli abusi commessi da McCarrick e dei provvedimenti presi da papa Benedetto come si spiega la sua risposta?

Le sue recenti dichiarazioni in cui afferma di non aver nulla saputo, anche se all’inizio furbescamente riferite ai risarcimenti alle due vittime, sono assolutamente risibili. Il cardinale mente spudoratamente e per di più induce a mentire anche il suo Cancelliere, Mons. Antonicelli.

Del resto già in altra occasione il Card. Wuerl aveva chiaramente mentito. A seguito di un evento moralmente inaccettabile autorizzato dalle autorità accademiche della Georgetown University, avevo richiamato l’attenzione del suo Presidente Dr. John DeGioia, indirizzandogli due successive lettere. Prima di inoltrarle al destinatario, per correttezza, ne consegnai personalmente copia al cardinale con una mia lettera di accompagnamento. Il cardinale mi disse che non ne era al corrente. Si guardò bene però di accusare ricevimento delle mie due lettere, contrariamente a quanto puntualmente era solito fare. Poi seppi che detto evento alla Georgetown aveva avuto luogo da sette anni. Ma il cardinale non ne sapeva nulla!

Il Card. Wuerl inoltre, ben sapendo dei continui abusi commessi dal Card. McCarrick e delle sanzioni impostegli da papa Benedetto, trasgredendo l’ordine del papa, gli permise di risiedere in un seminario in Washington D.C. Mise così a rischio altri seminaristi.

Il Vescovo Paul Bootkoski, emerito di Metuchen, e l’Arcivescovo John Myers, emerito di Newark, coprirono gli abusi commessi da McCarrick nelle loro rispettive diocesi e risarcirono due delle sue vittime. Non possono negarlo e devono essere interrogati perché rivelino ogni circostanza e responsabilità al riguardo.

Il Card. Kevin Farrell, intervistato recentemente dai media, ha anch’egli affermato di non avere avuto il minimo sentore degli abusi commessi da McCarrick. Tenuto conto del suo curriculum a Washington, a Dallas e ora a Roma, credo che nessuno possa onestamente credergli. Non so se gli sia mai stato chiesto se sapeva dei crimini di Maciel. Se dovesse negarlo, qualcuno forse gli crederebbe atteso che egli ha occupato compiti di responsabilità come membro dei Legionari di Cristo?

Del Card. Sean O’Malley mi limito a dire che le sue ultime dichiarazioni sul caso McCarrick sono sconcertanti, anzi hanno oscurato totalmente la sua trasparenza e credibilità.

* * *

La mia coscienza mi impone poi di rivelare fatti che ho vissuto in prima persona, riguardanti papa Francesco, che hanno una valenza drammatica, che come vescovo, condividendo la responsabilità collegiale di tutti i vescovi verso la Chiesa universale, non mi permettono di tacere, e che qui affermo, disposto a confermarli sotto giuramento chiamando Dio come mio testimone.

Negli ultimi mesi del suo pontificato papa Benedetto XVI aveva convocato a Roma una riunione di tutti i Nunzi Apostolici, come avevano già fatto Paolo VI e S. Giovanni Paolo II in più occasioni. La data fissata per l’Udienza con il Papa era venerdì 21 giugno 2013. Papa Francesco mantenne questo impegno preso dal suo predecessore. Naturalmente anch’io venni a Roma da Washington. Si trattava del mio primo incontro con il nuovo papa eletto solo tre mesi prima dopo la rinuncia di papa Benedetto.

La mattina di giovedì 20 giugno 2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata. Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”.

Allora nulla sapevo della sua lunga amicizia con il Card. Bergoglio e della parte di rilievo che aveva giocato per la sua recente elezione, come lo stesso McCarrick avrebbe successivamente rivelato in una conferenza alla Villanova University ed in un’intervista al Catholic National Reporter, né avevo mai pensato al fatto che aveva partecipato agli incontri preliminari del recente conclave, e al ruolo che aveva potuto avere come elettore in quello del 2005. Non colsi perciò immediatamente il significato del messaggio criptato che McCarrick mi aveva comunicato, ma che mi sarebbe diventato evidente nei giorni immediatamente successivi.

Il giorno dopo ebbe luogo l’Udienza con papa Francesco. Dopo il discorso, in parte letto e in parte pronunciato a braccio, il papa volle salutare uno ad uno tutti i Nunzi. In fila indiana, ricordo che io rimasi fra gli ultimi. Quando fu il mio turno, ebbi appena il tempo di dirgli “sono il Nunzio negli Stati Uniti”, che senza alcun preambolo mi investì con tono di rimprovero con queste parole: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati! Devono essere dei pastori!” Naturalmente non ero in condizione di chiedere spiegazioni sul significato delle sue parole e per il modo aggressivo con cui mi aveva apostrofato. Avevo in mano un libro in portoghese che il Card. O’Malley mi aveva consegnato per il papa qualche giorno prima, dicendomi “così ripassa il portoghese prima di andare a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù”. Glielo consegnai subito liberandomi così da quella situazione estremamente sconcertante e imbarazzante.

Al termine dell’Udienza il papa annunziò: “Chi di voi domenica prossima è ancora a Roma è invitato a concelebrare con me alla Domus Sanctae Marthae”. Io naturalmente pensai di restare per chiarire quanto prima cosa il papa aveva inteso dirmi.

Domenica 23 giugno, prima della concelebrazione con il papa, chiesi a Mons. Ricca, che come responsabile della casa ci aiutava ad indossare i paramenti, se poteva chiedere al papa se nel corso della settimana seguente avrebbe potuto ricevermi. Come avrei potuto ritornare a Washington senza aver chiarito ciò che il papa voleva da me? Terminata la Messa, mentre il papa salutava i pochi laici presenti, Mons. Fabian Pedacchio, il suo segretario argentino, venne da me e mi disse: “Il papa mi ha detto di chiederle se lei è libero adesso!” Naturalmente gli risposi che ero a disposizione del papa e che lo ringraziavo per ricevermi subito. Il papa mi condusse al primo piano nel suo appartamento e mi disse: “Abbiamo 40 minuti prima dell’Angelus”.

Iniziai io la conversazione, chiedendo al papa che cosa avesse inteso dirmi con le parole che mi aveva rivolto quando l’avevo salutato il venerdì precedente. Ed il papa, con un tono ben diverso, amichevole, quasi affettuoso, mi disse: “Sì, i Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra come l’arcivescovo di Filadelfia, (il papa non mi fece il nome dell’arcivescovo) devono essere dei pastori; e non devono essere di sinistra – ed aggiunse, alzando tutte e due le braccia – e quando dico di sinistra intendo dire omosessuali”. Naturalmente mi sfuggì la logica della correlazione fra essere di sinistra e essere omosessuali, ma non aggiunsi altro.

Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no.

Rientrato a Washington tutto mi divenne molto chiaro, grazie anche ad un nuovo fatto accaduto solo pochi giorni dopo il mio incontro con papa Francesco. Alla presa di possesso della diocesi di El Paso da parte del nuovo vescovo Mark Seitz il 9 luglio 2013 inviai il primo Consigliere, Mons. Jean-François Lantheaume, mentre io quel medesimo giorno andai a Dallas per un incontro internazionale di Bioetica. Di ritorno, Mons. Lantheaume mi riferì che a El Paso aveva incontrato il Card. McCarrick, il quale, presolo in disparte, gli aveva detto quasi le stesse parole che il papa aveva detto a me a Roma: “I Vescovi negli Stati Uniti non devono essere ideologizzati, non devono essere di destra, devono essere dei pastori…”. Rimasi esterrefatto! Era perciò chiaro che le parole di rimprovero che papa Francesco mi aveva rivolto quel 21 giugno 2013 gli erano state messe in bocca il giorno prima dal card. McCarrick. Anche la menzione da parte del papa “non come l’arcivescovo di Filadelfia” conduceva a McCarrick, perché fra i due c’era stato un forte diverbio a riguardo dell’ammissione alla comunione dei politici favorevoli all’aborto: McCarrick aveva manipolato nella sua comunicazione ai vescovi una lettera dell’allora Card. Ratzinger che proibiva di dare loro la comunione. Di fatto poi sapevo quanto certi cardinali come Mahony, Levada e Wuerl, fossero strettamente legati a McCarrick, avessero osteggiato le nomine più recenti fatte da papa Benedetto, per sedi importanti come Filadelfia, Baltimora, Denver e San Francisco.

Non contento della trappola che mi ha aveva teso in 23 giugno 2013 chiedendomi di McCarrick, solo qualche mese dopo, nell’udienza che mi concesse il 10 ottobre 2013, papa Francesco me ne pose una seconda, questa volta a riguardo di un suo secondo protetto, il Card. Donald Wuerl. Mi chiese: “Il Card. Wuerl com’è, buono o cattivo?” “Santo Padre – gli risposi – non le dirò se è buono o cattivo, ma le riferirò due fatti”. Sono quelli a cui ho già sopra accennato, che riguardano la noncuranza pastorale di Wuerl per le deviazioni aberranti alla George Town University e l’invito da parte dell’arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio ad un incontro con McCarrick! Anche questa seconda volta il papa non manifestò alcuna reazione.

Era poi evidente che a partire dalla elezione di papa Francesco McCarrick, ormai sciolto da ogni costrizione, si era sentito libero di viaggiare continuamente, di dare conferenze e interviste. In un gioco di squadra con il Card. Rodriguez Maradiaga era diventato il kingmaker per le nomine in Curia e negli Stati Uniti ed il consigliere più ascoltato in Vaticano per i rapporti con l’amministrazione Obama. Così si spiega che come membri della Congregazione per i Vescovi il papa sostituì il Card. Burke con Wuerl e vi nominò immediatamente Cupich fatto subito cardinale. Con tali nomine la Nunziatura a Washington era ormai fuori gioco per la nomina dei vescovi. Per giunta, nominò il brasiliano Ilson de Jesus Montanari - il grande amico del suo segretario privato argentino Fabian Pedacchio - Segretario della medesima Congregazione per i Vescovi e Segretario del Collegio dei Cardinali, promuovendolo in un sol balzo da semplice officiale di quel dicastero ad Arcivescovo Segretario. Cosa mai vista per un incarico così importante!

Le nomine di Blaise Cupich a Chicago e di William Tobin a Newark sono state orchestrate da McCarrick, Maradiaga e Wuerl, uniti da un patto scellerato di abusi del primo e quantomeno di coperture di abusi da parte degli altri due. I loro nominativi non figuravano fra quelli presentati dalla Nunziatura per Chicago e per Newark.

Di Cupich non può certo sfuggire l’ostentata arroganza e sfrontatezza nel negare l’evidenza ormai palese a tutti: che cioè l’80% degli abusi riscontrati è stato nei confronti di giovani adulti da parte di omosessuali in rapporto di autorità verso le loro vittime.

Nel discorso che fece alla presa di possesso della sede di Chicago, a cui ero presente come rappresentante del papa, Cupich disse, come battuta di spirito, che certo non ci si doveva aspettare dal nuovo arcivescovo che camminasse sulle acque. Sarebbe forse sufficiente che fosse capace di restare con i piedi per terra e che non cercasse di capovolgere la realtà, accecato dalla sua ideologia pro gay, come ha affermato in una recente intervista ad America. Ostentando la sua particolare competenza in materia essendo stato Presidente del Committee on Protection of Children and Young People della USCCB, ha asserito che il problema principale nella crisi degli abusi sessuali da parte del clero non è l’omosessualità e che affermarlo è solo un modo per distogliere l’attenzione dal vero problema che è il clericalismo. A sostegno di questa sua tesi, Cupich ha fatto “stranamente” riferimento ai risultati di una ricerca fatta nell’apice della crisi di abusi sessuali nei confronti di minori dell’inizio degli anni 2000, mentre ha ignorato “candidamente” che i risultati di quell’indagine furono totalmente smentiti dai successivi Rapporti indipendenti del John Jay College of Criminal Justice del 2004 e del 2011, in cui si concludeva che nei casi di abusi sessuali l’81% delle vittime erano maschi. Infatti, P. Hans Zollner, S.J., Vice-Rettore della Pontificia Università Gregoriana, presidente del Centre for Child Protection, Membro della Pontificia Commissione per la Protezione dei minori, ha recentemente dichiarato al giornale La Stampa, che “nella maggior parte dei casi si tratta di abusi omosessuali”.

Anche la nomina poi di McElroy a San Diego fu pilotata dall’alto, con un ordine perentorio cifrato, a me come Nunzio, dal Card. Parolin: “Riservi la sede di San Diego per McElroy”. Anche McElroy ben sapeva degli abusi commessi da McCarrick, come risulta da una lettera indirizzatagli da Richard Sipe il 28 luglio 2016.

A questi personaggi sono strettamente associati individui appartenenti in particolare all’ala deviata della Compagnia di Gesù, purtroppo oggi maggioritaria, che già era stata motivo di gravi preoccupazioni per Paolo VI e per i successivi pontefici. Basti solo pensare a P. Robert Drinan, S.J., eletto quattro volte alla Camera dei Rappresentanti, accanito sostenitore dell’aborto, o a P. Vincent O’Keefe, S.J., fra i principali promotori del documento The Land O’ Lakes Statement del 1967, che ha gravemente compromesso l’identità cattolica delle Università e dei Collegi negli Stati Uniti. Si noti che anche McCarrick, allora Presidente dell’Università cattolica del Portorico, partecipò a quell’infausta impresa così deleteria per la formazione delle coscienze della gioventù americana, strettamente associato com’era all’ala deviata dei Gesuiti.

P. James Martin, S.J., osannato dai personaggi sopra menzionati, in particolare da Cupich, Tobin, Farrell e McEnroy, nominato Consultore del Dicastero per le Comunicazioni, noto attivista che promuove l’agenda Lgbt, prescelto per corrompere i giovani che si raduneranno prossimamente a Dublino per l’Incontro mondiale delle Famiglie, non è se non un triste recente esemplare di quell’ala deviata della Compagnia di Gesù.

Papa Francesco ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti.

In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga.

Quest’ultimo si sente così sicuro della protezione del papa che può cestinare come “pettegolezzi” gli appelli accorati di decine di suoi seminaristi, che trovarono il coraggio di scrivergli dopo che uno di loro aveva cercato di suicidarsi per gli abusi omosessuali nel seminario.

Ormai i fedeli hanno ben capito la strategia di Maradiaga: insultare le vittime per salvare se stesso, mentire ad oltranza per coprire una voragine di abusi di potere, di cattiva gestione nell’amministrazione dei beni della Chiesa, di disastri finanziari anche nei confronti di intimi amici, come nel caso dell’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Valladares, già Decano del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.

Nel caso del già vescovo ausiliare Juan José Pineda, dopo l’articolo apparso sul settimanale L’Espresso nel febbraio scorso, Maradiaga aveva dichiarato al giornale Avvenire: «È stato il mio vescovo ausiliare Pineda a chiedere la visita, in modo da “pulire” il suo nome a seguito di molte calunnie di cui è stato oggetto». Ora, di Pineda si è pubblicato unicamente che le sue dimissioni sono state semplicemente accettate, facendo così sparire nel nulla qualsiasi eventuale responsabilità sua e di Maradiaga.

In nome della trasparenza dal papa tanto conclamata, si renda pubblico il rapporto che il Visitatore, il vescovo argentino Alcides Casaretto, ha consegnato più di un anno fa solo e direttamente al papa.

Infine, anche la recente nomina a Sostituto dell’Arcivescovo Edgar Peña Parra ha una connessione con l’Honduras, cioè con Maradiaga. Peña Parra infatti dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la Nunziatura di Tegucigalpa in qualità di Consigliere. Come Delegato per le RR.PP. mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo.

In Honduras si sta per ripetere uno scandalo immane come quello in Cile. Il papa difende ad oltranza il suo uomo, il Card. Rodriguez Maradiaga, come aveva fatto in Cile con il vescovo Juan de la Cruz Barros, che lui stesso aveva nominato vescovo di Osorno, contro il parere dei vescovi cileni. Prima ha insultato le vittime degli abusi, poi solo quando vi è stato costretto dal clamore dei media, dalla rivolta delle vittime e dei fedeli cileni ha riconosciuto il suo errore e si è scusato, pur affermando che era stato mal informato, provocando una situazione disastrosa nella Chiesa in Cile, ma continuando a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati.

Anche nella triste vicenda di McCarrick, il comportamento di papa Francesco non è stato diverso. Sapeva perlomeno dal 23 giugno 2013 che McCarrick era un predatore seriale. Pur sapendo che era un corrotto, lo ha coperto ad oltranza, anzi ha fatto suoi i suoi consigli non certo ispirati da sane intenzioni e da amore per la Chiesa. Solo quando vi è stato costretto dalla denuncia di un abuso di un minore, sempre in funzione del plauso dei media, ha preso provvedimenti nei suoi confronti per salvare la sua immagine mediatica.

Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere.

Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdoti. Occorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa, come ha recentemente scritto Janet Smith, Professoressa di Teologia Morale nel Sacred Heart Major Seminary di Detroit. “Il problema degli abusi del clero – ha scritto – non potrà essere risolto semplicemente con le dimissioni di alcuni vescovi, né tanto meno con nuove direttive burocratiche. Il centro del problema sta nelle reti omosessuali nel clero che devono essere sradicate”. Queste reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc., agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa.

Imploro tutti, in particolare i Vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza.

Ascoltiamo il messaggio più potente che ci ha lasciato in eredità S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura! Non abbiate paura!

Papa Benedetto nell'omelia dell'Epifania del 2008 ci ricordava che il disegno di salvezza del Padre si è pienamente rivelato e realizzato nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, ma richiede di essere accolto dalla storia umana, che rimane sempre storia di fedeltà da parte di Dio e purtroppo anche di infedeltà da parte di noi uomini. La Chiesa, depositaria della benedizione della Nuova Alleanza, siglata nel sangue dell’Agnello, è santa ma composta di peccatori, come scrisse Sant’Ambrogio: la Chiesa è “immaculata ex maculatis”, è santa e senza macchia pur essendo composta nel suo itinerario terreno da uomini macchiati di peccato.

Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati dagli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie.

Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 agosto 2018 ha pronunciato queste parole: “Ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto… Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene”. Se questa giustamente è da considerarsi una grave responsabilità morale per ogni fedele, quanto più grave lo è per il supremo pastore della Chiesa, il quale nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa!

Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo.

In questo momento estremamente drammatico per la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro.

Seppur nello sconcerto e nella tristezza per l’enormità di quanto sta accadendo, non perdiamo la speranza! Ben sappiamo che la grande maggioranza dei nostri pastori vivono con fedeltà e dedizione la loro vocazione sacerdotale.

È nei momenti di grande prova che la grazia del Signore si rivela sovrabbondante e mette la sua misericordia senza limiti a disposizione di tutti; ma è concessa solo a chi è veramente pentito e propone sinceramente di emendarsi. Questo è il tempo opportuno per la Chiesa, per confessare i propri peccati, per convertirsi e fare penitenza.

Preghiamo tutti per la Chiesa e per il papa, ricordiamoci di quante volte ci ha chiesto di pregare per lui!

Rinnoviamo tutti la fede nella Chiesa nostra madre: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica!”

Cristo non abbandonerà mai la sua Chiesa! L’ha generata nel suo sangue e la rianima continuamente con il suo Spirito!

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!

Maria Vergine Regina, Madre del Re della gloria, prega per noi!


Roma, 22 Agosto 2018

Beata Maria Vergine Regina


Edited by Pierfrancesco:-) - 27/8/2018, 15:35
view post Posted: 23/8/2018, 13:45 Male/Amore - Antroposofia
Ciao Anna Rita,

felice di sentirti di nuovo.

Non so bene cosa rispondere. La frase di Hesse, la sento molto più vera, rispetto a quella di Antonacci.

E' tanto che non leggo Steiner, ma ho ricordi riguardanti la questione del Doppio (piccolo guardiano della soglia). Ricordo (quello che dico necessita di essere verificato) che Steiner parla di un essere formatosi a nostra immagine, ma un po deformato, esso acquisisce una dimensione sempre più importante, in quegli spazi di mancanza di amore, che noi stessi abbiamo omesso. Il nostro non-amore (che potremmo identificare con il vero male a noi ascrivibile), quel vuoto d'amore viene riempito da questo essere.

Poiché amare ci tranquillizza, ci placa, ci da equilibrio, quando non amiamo, giudichiamo, ci incazziamo, abbiamo paura, produciamo delle emozioni forti e disarmoniche. Ecco di tali emozioni, si nutre quest'essere. Noi l'abbiamo cresciuto con la manna che produciamo e ora è parte di noi.

Il nostro compito non è distruggerlo, ma redimerlo. Saper controllare la nostra emotività e la condizione base, per avviareun rapporto con questa parte oscura di noi.

Ricordo che tanti anni fa scrissi dei versi a riguardo:

CITAZIONE
Lebbra
Di troppe omissioni il corpo sgocciola.
Un doppio silente prese quel posto:
calloso guscio al mondo preposto,
crea una forza che in me s'avvincola ...

e il sangue malato, nel corpo coagula
il distillato d'un Io già deposto:
"tu chi sei uòmo? io nòn ti conosco!"
maschera molle di pelle pendula.

In giorni e giorni silenti e frastorni
volontà ferma, ch'assedia indefessa,
dell'anima mia dippiù s'impossessa:
sicché sterile idea, tu mai t'incarni.

Stasera mi vedo e scorgo sconvolto
nel negativo d'un lampo notturno
prima dell'onda che ingoia nel sonno
'l baleno che schiara il fianco sepolto,

quello mio vero, quello che è sotto:
sbranato brandello: lebbra e disastro
- a volte Io vedo, la scia di quel mostro -
e grave terrore fiata tradotto:

Confondi la mente, astùto figliastro!
quello ch'è fuori, ritorni lo sfondo!
che'l cor ancora 'l vero non règge!

Incantati anima, al finto secondo!
e la mia mente s'aggrappi al pilastro,
che dello specchio restin le schegge.

Allora non ero ancora pronto ad affrontare questa problematica, chissà se oggi sarei in grado ...

Tu parli di un legame tra male e amore, ma al concetto di amore preso come un centro, possono essere tracciati tanti raggi, nelle più varie direzioni possibili:
amore --> estate
amore --> sesso
amore --> sacrificio
amore --> gioia
ecc.

il fatto che la tua attenzione, si sia posata sulla direttiva amore --> male, potrebbe significare che questa è la problematica che senti più impellente e il periodo autunnale che sta per arrivare, è il più opportuno per iniziare un processo di centramento, che potrebbe portare a un più equilibrato rapporto con con questa parte più difficile da interfacciare.

Tanti auguri, Anna Rita

Pierfrancesco
view post Posted: 27/4/2018, 22:46 reincarnazione e dintorni - Attualità
1. In una notte oscura,

con ansie, dal mio amor tutta infiammata,

oh, sorte fortunata!,

uscii, né fui notata,

stando la mia casa al sonno abbandonata.

2. Al buio e più sicura,

per la segreta scala, travestita,

oh, sorte fortunata!,

al buio e ben celata,

stando la mia casa al sonno abbandonata.

3. Nella gioiosa notte,

in segreto, senza esser veduta,

senza veder cosa,

né altra luce o guida avea

fuor quella che in cuor mi ardea.

4. E questa mi guidava,

più sicura del sole a mezzogiorno,

là dove mi aspettava

chi ben io conoscea,

in un luogo ove nessuno si vedea.

5. Notte che mi guidasti,

oh, notte più dell’alba compiacente!

Oh, notte che riunisti

l’Amato con l’amata,

amata nell’Amato trasformata!

6. Sul mio petto fiorito,

che intatto sol per lui tenea serbato,

là si posò addormentato

ed io lo accarezzavo,

e la chioma dei cedri ei ventilava.

7. La brezza d’alte cime,

allor che i suoi capelli discioglievo,

con la sua mano leggera

il collo mio feriva

e tutti i sensi mie in estasi rapiva.

8. Là giacqui, mi dimenticai,

il volto sull’Amato reclinai,

tutto finì e posai,

lasciando ogni pensier

tra i gigli perdersi obliato.
view post Posted: 11/4/2018, 22:06 Yeshayahu Ben-Aharon - Antroposofia
Sulle derive ahrimaniche contemporanee, vorrei segnalarvi questo video e personaggio, da tenere sotto controllo: parla della vita eterna sul piano fisico, coadiuvata da strumentazioni elettro magnetiche che aiuteranno l'esercizio della concentrazione, a fini di ringiovanimento fisico. Da vedere fino alla fine.

https://m.youtube.com/watch?v=Hclk_unXZlI
view post Posted: 20/3/2018, 10:39 Scienza dello Spirito? - Attualità
Ho ascoltato con piacere l'ultimo intervento del Ing. Luciano Pederzoli, sull'evoluzione degli studi sulle OOBE, che conduce presso l'università di Padova.

Il suo intervento inizia alle 1:43 ora


Mi affascina molto, la modalità scientifica con cui vengono affrontate queste tematiche.
Si apre uno squarcio enorme, nella concezione del mondo, così come l'abbiamo avuta fino ad oggi. Se si mettono accanto, Pederzoli e Malanga e la fisica quantistica, ne viene a mio avviso, una conferma scientifica del lascito di Steiner.

Da alcune descrizioni di Pederzoli, relative al comportamento umano in OOBE, si possono riconoscere molte delle descrizioni che diede Steiner, di come ci si muove nel mondo spirituale.

E a questo punto, una domanda sorge spontanea: perché tali esperimenti non sono stati portati avanti in ambiente antroposofico? O almeno non sono stati sufficientemente divulgati.
Perché l'ipnosi non è contemplata tra le pratiche antroposofiche?

Stiamo entrando in un altro mondo: da una parte l'intelligenza artificiale, e dall'altra l'uscita dal corpo fisico. Questi argomenti necessitano di un dibattito filosofico-sociale, per non arrivare impreparati al fatto compiuto.

Yeshayahu Ben-Aharon, ne ha parlato nei suoi libri, trovando il perno di salvataggio, nell'instaurazione di rapporto umano all'interno di un gruppo. Coltivare questo rapporto, legherà tra loro gli uomini karmicamente, cosicché al dunque, potranno anche decidere di non abbandonare il corpo fisico (sia in senso arimanico: AI, che luciferico: OOBE) e continuare il loro percorso "umano" sulla Terra.

Il mondo sta andando avanti alla velocità della luce, ce la faremo, noi vecchi antroposofi a stagli dietro? Ricordo che ai convegni dell S.A. molti non vogliono neanche che si possa registrare la conferenza, perché è una metodologia troppo arimanica. Ma per combattere il nemico, lo si deve conoscere.

Che ne pensate?
view post Posted: 18/2/2018, 21:51 Ce la possiamo fare? - Attualità
CITAZIONE (dottormistero @ 18/2/2018, 14:30) 
... da dove evinci il mio risentimento?

Mi devo essere sbagliato, avevo scambiato la frase "non ne capisco un ..." come una squalificazione del personaggio, e andando a rivedere la fine dell'intervista, ho trovato dei pezzi in cui parlava del sud come "palla al piede" e quindi...

Buona notte a tutti.
view post Posted: 18/2/2018, 10:51 Ce la possiamo fare? - Attualità
Voglio precisare, che lo scopo di questo post rimane sempre l'augurio di utilizzare questo periodo di inverno, per rafforzare nella nostra anima, quelle decisioni di esercizio di concentrazione e meditazione, che magari in altri periodi dell'anno, trovano distrazioni.

I video che ho postato, non vanno nella direzione di "ce la possiamo fare a votare alle prossime elezioni, qualcuno, piuttosto che altri", ma ho postato di 2 personaggi che apprezzo, per la loro tenacia, coraggio, e forza di volontà. Caratteristiche che vorrei sviluppare per me.
144 replies since 12/10/2010