Nicolò Cusano, e la mancata evoluzione interiore

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view post Posted on 6/2/2014, 18:35
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Nicolò da Kues (Cusano)


CITAZIONE
da I MISTICI all'alba della vista spirituale dei nuovi tempi di Rudolf Steiner

Nicolò Cusano era dunque sulla via di far nuovamente scaturire dal sapere ciò che dalla Scolastica era stato dichiarato inaccessibile al sapere stesso.
[...]
Se non che, la sua veste sacerdotale impedì a Cusano di percorrere con rigorosa coerenza tutto il cammino indicatogli da quella sua lucida visione.
[...]
se egli avesse detto: ho fiducia che la natura umana, dopo essersi approfondita per ogni verso nella scienza delle cose, possa riuscire a trasformare per forza propria questo "sapere" in un "non-sapere", in modo che la suprema conoscenza dia appagamento. Così dicendo egli non avrebbe accettato, come in realtà fece, le idee tradizionali di anima, immortalità, redenzione, Dio, creazione, Trinità, ecc. ma avrebbe sostenuto in proposito le idee trovate la lui stesso. Nicolò invece era personalmente compenetrato dalla concezioni cristiane al punto da potersi illudere di risvegliare in sé un proprio "non-sapere", mentre in realtà esprimeva solo le concezioni tradizionali in cui era stato educato.

Bisogna però anche riconoscere che egli si trovava davanti a un fatale abisso della vita spirituale umana: era cioè uomo di scienza, e la scienza, in un primo tempo, ci allontana dall'innocente "armonia col mondo", nella quale viviamo finché ci abbandoniamo ad un atteggiamento ingenuo nei riguardi della vita. In un tale atteggiamento sentiamo oscuramente la nostra connessione con il complesso del mondo: siamo un essere inserito come gli altri nel corso degli effetti naturali; col sapere, ci separiamo da questo complesso, creiamo in noi un mondo spirituale che ci isola e ci rende solitari di fronte alla natura. Siamo divenuti più ricchi, ma tale ricchezza è un peso da portare poiché grava su noi soli, almeno in principio.

Tocca a noi ritrovare per forza propria la via della natura; tocca a noi riconoscere che dobbiamo ormai sapre inserire la nostra ricchezza nella corrente dell'attività universale, come prima la natura stessa vi aveva inserito la nostra povertà. A questo punto stanno in agguato tutti i demoni! Le forze dell'uomo possono facilmente venir meno: e quando le forze vengono meno, invece di compiere da sé quell'esperimento, egli ricorrerà a una rivelazione proveniente dall'esterno che tornerà a liberarlo dalla sua solitudine, e ricondurrà nel grembo primordiale dell'esistenza, nella Divinità, quel sapere che egli sente come un peso.

Allora, come Nicolò Cusano, l'uomo cercherà di percorrere il proprio cammino mentre invece percorrerà soltantro la via che la sua evoluzione spirituale gli avrà mostrata.

Giunto a questo punto a cui è arrivato Nicolò Cusano, abbiamo in sostanza tre vie possibili:
1) la prima è la fede positiva, che ci viene dall'esterno;
2) la seconda è la disperazione, in cui si è soli col proprio peso e si sente tutta l'esistenza vacillare insieme a noi;
3) la terza via è quella dello sviluppo delle più profonde forze dell'uomo.

La fiducia nel mondo dev'essere una delle guide su questa terza via; l'altra sarà il coraggio di seguire quella fiducia, ovunque essa ci porti.

Un saluto a chi leggerà queste righe. Devo dire che ho sentito molto vicino il dissidio interiore di questo cardinale. Certo non posso dire di essere un uomo di scienza come lui, ma credo che la lettura della Scienza dello Spirito di Steiner, introduca in quel mondo di solitudine a cui lo stesso Steiner fece riferimento in uqeste righe che ho riportate.

Colgo l'occasione per un'auto citazione, ovvero dei versi che scrissi qualche anno fa:
CITAZIONE
Avvento 2011 (Povero Diavolo)

Che brutto scoprire d'essere brutto!
senza volontà, caduta bellezza,
nel fango di questa presunta altezza,
afflitto ne appuro 'l pénoso frutto.

Come un bisonte che segue il suo branco
giunsi già presto davanti al burrone
con un destino subìto carpone
statura non ebbi a meritarne l'affranco.

E ora, oh Spirto, alché tu l'hai scorto,
travolto da quanti ti spingévano sotto,
della mia accidia pagasti lo scotto,
ti crédevo vivo, invece eri morto.

Il Cristo dice di essere desti
e in questa notte di falsi entusiasmi,
il Nunzio suo amato, mostra fantasmi,
scoprendo il velo dei mondi celesti.

Ma quand'il ver si palesa allo sguardo,
un poco s'assaggia quél cruccio interno
che prova l'anima giunta all'inferno,
appurante di sé, il fàtal ritardo.

Giunto è l'inverno, e 'l freddo sovrano,
svanita è già l'opra al primo malanno
l'ugola orante si strozza nell'ora,

ché del demonio non vide l'inganno,
l'occhio si smorza, la guancia al divano,
ma 'l sonno senz'alma, Amore implora!

Il Nunzio suo amato è proprio Rudolf Steiner, che mostra fantasmi, ovvero mostra il mondo spirituale da cui viene mosso il mondo fisico. Scoprendo il velo dei mondi celesti, lo Steiner, con la sua Scienza dello Spirito, in un primo tempo, ci allontana dall'innocente "armonia col mondo", nella quale viviamo finché ci abbandoniamo ad un atteggiamento ingenuo nei riguardi della vita, ovvero col sapere [...] creiamo in noi un mondo spirituale che ci isola e ci rende solitari di fronte alla natura. Siamo divenuti più ricchi, ma tale ricchezza è un peso da portare poiché grava su noi soli, almeno in principio..

A questo punto stanno in agguato tutti i demoni! Giunto è l'inverno, e 'l freddo sovrano, svanita è già l'opra al primo malanno, l'ugola orante si strozza nell'ora, ché del demonio non vide l'inganno ... Le forze dell'uomo possono facilmente venir meno: e quando le forze vengono meno, invece di compiere da sé quell'esperimento, egli ricorrerà a una rivelazione proveniente dall'esterno che tornerà a liberarlo dalla sua solitudine, e ricondurrà nel grembo primordiale dell'esistenza, nella Divinità, quel sapere che egli sente come un peso: l'occhio si smorza, la guancia al divano, ma 'l sonno senz'alma, Amore implora!

Devo dire che sento molto vicina la sorte del Cusano, ma a differrenza di lui, io ho avuto queste ulteriori parole di Steiner: la terza via è quella dello sviluppo delle più profonde forze dell'uomo. La fiducia nel mondo dev'essere una delle guide su questa terza via; l'altra sarà il coraggio di seguire quella fiducia, ovunque essa ci porti.

E Steiner ha proprio centrato in pieno, quello che oggi sfalda nella nostra anima, quella determinazione ad arrivare allo sviluppo delle più profonde forze dell'uomo, ovvero per prima cosa, la mancanza di fiducia nel mondo.

Chi oggi prova a seguire con un pò di attenzione, le vicende globali, non tarderà a formarsi un'idea che il mondo, ma specialmente il mondo occidentale, si sta repentinamente trasformando in una Società Liquida, come il sociologo Zygmunt Bauman, ha descritto in alcuni suoi libri. Bauman sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via.

L'esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo o sul non poter comprare l'essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore.


Specialmente in Italia, la ormai conclamata sfiducia nelle istituzioni (Stato e Chiesa), porta al presentimento di una imminente catastrofe, che schiaccia l'anima fino al punto di far regredire l'uomo all'affidamento all'Essere Divino, o meglio alle concezioni tradizionali rivalate, regredire alla fede rivelata (e qui si inserisce la conversione al cattolicesimo di Valentin Tomberg, che non riuscivo a vederne l'aspetto mancante, mentre ora lo vedo).

Devo ritrovare la fiducia che Dio sta procedendo nella maniera più giusta, anche in queste circostanze, ma non per affidarci ancora ad una rivelazione esterna, come fecero gli scolastici, ma cercando di pervenire a una inoppugnabile esperienza interiore:

CITAZIONE
Questo sapere però io l'ho acquistato tanto dalle cose, quanto di me stesso come cosa tra le cose. Dal fondo del mio essere parlo io stesso e parlano le cose. Dunque, in verità, io non esprimo più solo la mia essenza, ma l'essenza delle cose. Il mio "Io" è la forma, l'organo nel quale le cose parlano di se stesse. Ho sperimentato in me la mia propria entità: e tale esperienza si estende all'altra, per cui in me e attraverso me l'Entità universale parla di se stessa o, in altre parole conosce se stessa. Ora non posso più sentirmi come una cosa fra le cose, ma solo come una forma nella quale si esplica l'Ente universale.

Devo trovare il coraggio di seguire questa fiducia nel mondo, ovunque questa mi porti, e qui l'invocazione al Padre non sarà elevata nel sonno senz'alma, ma in coscienza desta, affinché non demorda dal cammino intrapreso, per fiacchezza interiore.

Un augurio a tutti voi
Pierfrancesco
 
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