| È pur vero che, da un certo punto di vista, lo spirito si riveste del biologico, ecc., ma d'altra parte non condivido, nello specifico, questa visione sostanziamente asfittica dello spirituale, che lo rappresenta come privo di sesso, privo del fisico, privo dell'anima, privo di tutto.
In realtà le cose stanno all'opposto, perchè lo spirito non è un vuoto, bensì un pieno, in quanto la sua essenza è identità, o se preferisci qualità, abbondanza, ricchezza.
La rincorsa a impoverire lo spirito, oggi in fortissima accelerazione, è compito della concorrenza, non dell'antroposofia, che dovrebbe valorizzare, non distruggere le identità oggi sotto attacco, quelle di genere, di sesso, di religione, di etnia, di ceto, di nazione, che le élite stanno cercando di portare al macero riducendole ad una poltiglia indifferenziata, su cui loro pensano di edificare un nuovo ordine mondiale basato sulla loro concezione spirituale vuota.
Le identità, soprattutto sessuale, non sono un "accidente" dello spirito, perchè sono anzi il motivo per cui lo spirito si incarna: non sono un "di più", ma un "di meno", qualcosa di cui esso sente la mancanza e che deve realizzare, sono la sfera della volontà, il traguardo che esso si pone.
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