| Si, avevo letto in un altro post questo estratto. E' tratto da un volume dell'o.omnia? mi piacerebbe procurarmelo per leggerlo per intero, nel contesto e se mi dai indicazioni te ne sarei grato. Ho avuto altri insegnamenti su cosa si deve intendere con l'incontro del Cristo in eterico e l'estratto sopra mi lascia un po' perplesso. Spesso Steiner è frainteso e a volte anche la non corretta traduzione aiuta a questi fraintendimenti. Per conto mio una grossa confusione viene fatta ad esempio sul termine "animico" e su altri. su una facciata di un testo dello Steiner ci si potrebbe concentrare/meditare giornate prima di venirne a capo e spesso non si deve, in maniera materialistica, limitarsi alle parole, ma scoprirne il significato spesso occulto. Provo, senza grosse pretese, su qualche pezzo dell'estratto: purché abbia veramente acuito il suo occhio per mezzo dell'antroposofia: qui non si parla naturalmente del suo occhio fisico ma del terzo occhio, sviluppato a seguito del lavoro sul chakra del cuore e su quello della laringe. quindi quello che viene visto non è quindi inteso come normali immagini fisiche ma come frutto della conoscenza immaginativa si accorga che qualcuno è vicino a lui, pronto ad aiutarlo, a richiamare la sua attenzione su questo o quello: le immagini che arrivano con la conoscenza immaginativa sono quelle che servono a rispondere ai quesiti ed il nostro astrale in quel caso ci darà le immagini giuste da tradurre con la corretta conoscenza ispirativa, che metteranno in risalto ciò che deve essere ispirato ed arrivare cosi all'intuizione dei concetti. che, di fronte a lui, sta il Cristo penso, leggendo ora, che intenda il Cristo in noi, il nostro IO, quello che obbliga il corpo a produrre pensieri (la conoscenza immaginativa sono pensieri) oltre le sensazioni. E si può andare avanti cosi, ma ripeto, non in 5 minuti e davanti ad un PC. Riguardo alla sofferenza ripagata mi sembra di aver capito quindi tu ti rifaccia al testo e in particolare a: Il Cristo diventerà un vivente confortatore degli uomini., quello che intendevo io è che la sofferenza è frutto del corpo, la sofferenza è una questione psichica (dell'anima) che davanti ad un desiderio non realizzato ne soffre la mancata realizzazione e rimane quindi (finche si soffre) agganciata ancora al desiderio, quando invece la realtà ha preso tutt'altra piega (questo è il mancato sincronismo che intendevo prima). Non si è al Tempo! e con Tempo intendo lo spirito, non si è in linea con i principi spirituali del fatto che si sta vivendo e di quello non si vede il fatto ma solo la personale vicenda (frutto delle sensazioni). L'IO è al tempo, è il Tempo, quindi non soffre, constata e opera di conseguenza, è quello che non pretende che il mondo soddisfi i suoi desideri ma si mette al servizio del mondo, nel sostenerlo per i principi che esso ha gia (tu darai il nome alle cose! (scoprirai il loro vero nome)). Quindi L'IO (il Cristo in noi) diventerà il vivente (grazie al pensiero vivo) confortatore,. Aggiungerei che è quello che ci toglie quindi dai tormenti del corpo (passioni desideri non realizzati, ideali ecc) mettendoci in quello stato che la chiesa chiamava giustamente serenità.
ciao
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