La Resurrezione, come?

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view post Posted on 19/1/2014, 21:38

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Nel testo della conferenza di Rudolf Steiner del 12 ottobre 1911 a Karlsruhe si legge (Da Gesù a Cristo, ed. Antroposofica 1992, pag. 183):
CITAZIONE
"Quando il corpo [del Cristo Gesù deposto dalla croce] venne trattato con determinate sostanze che agirono a loro volta su di esso diversamente da come agiscono su altri corpi che vengono imbalsamati, avvenne che dopo la sepoltura le sostanze materiali si volatilizzassero rapidamente e passassero presto negli elementi. Perciò i discepoli che andarono a guardare trovarono i panni con i quali era stato ricoperto mentre il fantòma, al quale è collegata l’evoluzione dell’io, era risorto dal sepolcro. Non fa meraviglia che Maria Maddalena, che conosceva soltanto il fantòma di prima, quello compenetrato dagli elementi della terra, non potesse poi riconoscere nel fantòma liberato da qualsiasi peso terreno quella medesima figura che essa vedeva ormai chiaroveggentemente.

Dopo qualche mese, il 12 febbraio 1912 a Berlino Rudolf Steiner tiene la seconda conferenza de ciclo “Io cosmico e io umano” (pubblicata in due parti nella rivista Antroposofia 1987, nn.1-3 e 4-6; la citazione è a pag. 78-79 del n. 4-6), dove si legge :
CITAZIONE
“Al Giordano stava Gesù di Nazareth: Il suo io si separò dal corpo fisico, dal corpo eterico o vitale e dal corpo astrale e l’entità macrocosmica del Cristo scese su di lui, prese possesso di questi tre corpi e visse poi fino al 3 aprile dell’anno 33 […] Ma questa vita era diversa, perché fin dal battesimo questa vita nel corpo di Gesù di Nazareth era un lento processo di morte. […]Era un continuo lento perire per la durata di tre anni. Arrivato al limite della disintegrazione del corpo si verificò il mistero del Golgota. Era necessario soltanto che quegli uomini, di cui ci viene raccontato, si avvicinassero a quel corpo con le loro strane cose, che vengono chiamate aromi, creando una combinazione chimica tra queste sostanze particolari e il corpo di Gesù di Nazareth, nel quale l’entità macrocosmica Cristo aveva vissuto per tre anni – e lo calassero poi nel sepolcro. Non ci voleva molto per polverizzare quel corpo nel sepolcro, mentre lo spirito di Cristo si rivestì di un corpo eterico, addensatosi, così si può dire, fino alla visibilità fisica.
Cristo risorto era quindi rivestito di un corpo eterico, intensificatosi fino a divenire visibile fisicamente[..] Quello che era stato deposto nel sepolcro invece si polverizzò. Secondo le ricerche occulte più recenti avvenne in effetti un terremoto. […] La terra si spaccò, la polvere del cadavere venne accolta da lei e si congiunse con tuta la sostanza della terra. In conseguenza delle scosse del terremoto le bende del sudario vennero scosse così come si trova descritto nel vangelo di Giovanni”.

Nella conferenza di quasi due anni dopo, ad Oslo, il 2 ottobre 1913, si legge invece (Il Quinto Vangelo, ed. Antroposofica 1989, pag. 26-27):
CITAZIONE
“[con la coscienza chiaroveggente] si segue l’immagine di Gesù deposto dalla croce, e poi messo nel sepolcro, dopodiché si ha come una specie di trasalimento nell’anima alla vista di un terremoto che si produce in quella contrada. […] Quel terremoto era una conseguenza dell’oscuramento del Sole e scosse il sepolcro nel quale era stato posto il cadavere di Gesù, strappò la pietra che era stata posta a chiusura e produsse un’apertura nella terra che accolse il cadavere. Con un’ulteriore scossa di terremoto l’apertura si richiuse sopra il cadavere stesso, tanto che quando, al mattino dopo, la gente venne al sepolcro lo trovò vuoto, poiché la terra aveva accolto il cadavere di Gesù; solo la pietra giaceva ancora là dove era stata spinta.
Torniamo a percorrere la serie delle immagini: Gesù spira sulla croce del Golgota; sopravviene l’oscurità sulla Terra; il cadavere di Gesù viene deposto nel sepolcro aperto; un terremoto scuote il suolo, e il cadavere di Gesù vien accolto dalla terra; l’apertura che si era prodotta per il terremoto, si chiude, la pietra sepolcrale è gettata di lato: Tutti questo sono avvenimenti reali, e come tali non li posso descrivere in altro modo”.

E infine, nella conferenza del 18 dicembre 1913 dello stesso ciclo, pag 134:
CITAZIONE
"Poi, quando il corpo di Gesù venne tolto dalla croce e posto in una tomba, di nuovo si osserva realmente che si produsse un evento naturale, come fosse qualcosa che entra sulla vita morale dell'uomo. Si formarono un turbine di vento e una fessura sulla terra che accolse il corpo di Gesù, mentre i panni vennero strappati turbinosamente dal cadavere. E' una osservazione impressionante che la disposizione dei panni, quale viene descritta nel vangelo di Giovanni, è proprio come risulta allo sguardo chiaroveggente."

Andiamo allora a vedere cosa dice il vangelo di Giovanni. La CEI traduce così i versetti 3-8 del capitolo 20:
CITAZIONE
"Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette".

Moltissime traduzioni riferiscono che le bende erano per terra e il sudario piegato in un luogo a parte, pure quella di Lutero, che probabilmente utilizzava Steiner o chi gli riferì, tra il 2 ottobre e il 18 dicembre 1913, che il cadavere che Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo "avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei" (Gv 19,40) non poteva essere "accolto dalla terra attraverso l'apertura che si era prodotta per il terremoto" lasciando nell'arcosolio le bende e il sudario.
Dunque il turbine di vento che, per inciso, farebbe accantonare la possibilità di conciliare la versione del corpo ridotto in polvere per la combinazione chimica creatasi con le "strane cose che vengono chiamate aromi" (per Giovanni "una mistura di mirra e aloe") e passato poi alla terra a causa dello scuotimento delle bende "in conseguenza delle scosse del teremoto" (9 gennaio 1912) e la successiva versione del passaggio del corpo attraverso la fessura aperta dal terremoto, e richiusa dalla successiva scossa, dove non si parla di bende (2 ottobre 1913).
Chiediamoci però: davvero la disposizione dei panni, quale viene descritta nel vangelo di Giovanni, confermerebbe il turbine di vento che "risulta allo sguardo chiaroveggente"?
Se teniamo per buona l'usuale traduzione, un turbine di vento può sì lasciare le bende per terra ma non farà trovare a Simon Pietro e al discepolo che Gesù amava "il sudario [...]piegato in un luogo a parte".
Ma possiamo fidarci di questa traduzione? Chi piegò il sudario? E soprattutto: perché il discepolo che era giunto per primo al sepolcro, una volta entrato e vide e credette? Giovanni nulla rivela della reazione di Pietro, mentre Luca narra che, dopo il racconto delle donne che parve agli Undici e a tutti gli altri come un vaneggiamento "Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò indietro pieno di stupore per l'accaduto" (Lc24,12).
Insomma: cosa c'era di così stupefacente nelle bende per terra? Anzi: è possibile che solo per averle viste (sia pure assieme al sudario piegato a parte) il discepolo e vide e credette? Il buon senso e una sana logica propenderebbero per il no. Ma ora lo dice anche l'esegesi fondata su una più accurata traduzione di quei versetti, la quale suonerebbe così (riprendo da pag 157 del libro di Antonio Persili "Sulle tracce del Cristo Risorto", Tivoli 1988):
CITAZIONE
"5. (Giovanni) chinatosi, scorge le fasce distese, ma non entrò.
6. Giunge intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entra nel sepolcro e contempla le fasce distese (afflosciate, vuote, ma non manomesse),
7. e il sudario, che era sul capo di lui, non con le fasce disteso, ma al contrario avvolto (rimasto nella posizione di avvolgimento, rialzato, ma non sostenuto dall'interno, perché vuoto) in una posizione unica (straordinaria, eccezionale, perché contro la legge della gravità)".
Dopo qualche riga don Antonio Persili continua:
"- Le fasce erano distese sulla pietra sepolcrale, perché ormai vuote, ma intatte, senza effrazioni o manomissioni.
- Il sudario, al contrario, come se ancora avvolgesse il capo di Gesù, era rimasto rialzato e avvolto, irrigidito anche per l'improvviso asciugarsi degli aromi" [potremmo dire inamidato].

Tralascio tutta la spiegazione specialistica e le motivazioni addotte, considerate convincenti e definitive da pressocché tutti i biblisti e riporto da Gianfranco Nolli Evangelo secondo Giovanni, Roma 1986, pag 716 la spiegazione della parola keimena, quella che veniva tradotta "per terra", participio passato riferito alle bende (fasce, panni):
CITAZIONE
"Il verbo indica un giacere a terra, come sgonfiate, perché non c'era più il cadavere che le tenesse gonfie. Non erano perciò in disordine, come avrebbero dovuto essere se qualcuno avesse voluto togliere il corpo e lasciare i lini che lo avvolgevano".

O come avrebbero dovuto essere se vi fosse stato un turbine di vento.

pubblicato anche su antroponordest

Edited by lorenzo s - 19/1/2014, 22:01
 
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view post Posted on 20/1/2014, 17:13
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Ciao Lorenzo,

la questione che poni, ha una sua legittimità, ma poiché una risoluzione del problema la vedo molto ardua, questo si trasforma in uno di quei problemi che finiscono con il bloccare il ricercatore, ci riempiamo di dubbi e rimaniamo paralizzati. Cosicché io credo che col tempo si cerchi sempre di evitare di affrontare questo tipo di problematiche. Magari accantonandole da una parte in attesa che nuove illuminazioni possano venirci in aiuto.

Una di queste illuminazioni potrebbe arrivare però, dalla coscienza immaginativa. Ad esempio meditando su un'immagine. Nel suo primo libro E se Lui non fosse risorto ..., Judith von Halle scrive queste parole a riguardo:

CITAZIONE
Il miglior modo di crearci un’immagine mentale del momento della Resurrezione è meditare sul quadro di Matthias Grünewald. La meditazione dinanzi a quel quadro ha un così forte effetto sull’anima, perché contiene dei dettagli che solo un iniziato poteva rappresentare. Anche se con il pensiero non si comprende tutto, con l’anima superiore, il divino inconscio, si percepisce la verità commovente di questa opera d’arte.

Ad esempio, vi è rappresentata una tela di colore bianco-azzurro in un modo tale che è facile immaginare che prima fosse stata nella tomba. Una gran parte è ancora stesa sulla tomba. È chiaro che questa tela rappresenta anche un fenomeno spirituale, come abbiamo accennato nella nostra ultima conferenza a proposito della trasfigurazione. Ma questo quadro mostra in modo eccelso l’effetto parallelo degli eventi interni e esterni, del quale ho parlato più volte. Abbiamo detto spesso che nella Resurrezione agiscono, combinandosi insieme, eventi sensibili e sopra-sensibili. Così questa tela è, esteriormente, proprio quella che in precedenza aveva avvolto il corpo di Gesù nella tomba.

Ora devo parlare ancora di un evento che l’uomo, che pensa in maniera soltanto materiale, considera impossibile: quando il corpo spirituale del Cristo ascende dalla tomba, il sudario fisico-materiale viene gettato via per sempre, dal punto di vista sia sensoriale che soprasensoriale. Si alza come portato dal vento, si innalza con l’ascesa del Cristo - faccio espressamente presente che la materia del sudario passa attraverso la materia della roccia che forma la caverna sepolcrale - e ricade, dopo la fine dell’ascesa del Cristo, raccolto nella nicchia sepolcrale. Lì esso rimane, come anche la tela del viso. La tela del viso è anche l’espressione sopra-sensoriale del corpo astrale del Gesù di Nazareth, che era asceso attraverso il capo.

Possiamo ancora osservare il dipinto di Matthias Crunewald, che ha rappresentato in modo geniale l’annullamento delle leggi naturali per azione dello spirito, nell’immagine della pietra tombale che fluttua in alto. Questo è il momento della Resurrezione di Cristo, come avvenne a livello sensoriale e sopra-sensoriale insieme.

Naturalmente questa descrizione della von Halle, potrebbe appesantire ulteriormente la ricerca della verità, immettendo ulteriori indizi soprannaturali al momento della Resurrezione, ma effettivamente non possiamo escluderli. Il metodo di indagine scientifico spirituale, prevede l'indagine immaginativa dei fatti spirituali, in aggiunta a quella storico-filologica prevista dal punto di vista materiale. Spero che possa esserti di aiuto, rivisitare la scena anche da questa diversa prospettiva.



Edited by Pierfrancesco:-) - 5/5/2014, 09:09
 
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view post Posted on 30/1/2014, 18:15

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Nel leggere i resoconti della von Halle un certo imbarazzo non sono l'unico a provarlo, ha dovuto confrontarcisi anche il suo traduttore, pertanto se vogliamo avvicinarci all'Evento i testi più affidabili da tutti i punti di vista rimangono i Vangeli (mi scuso per la banalità) e non certo le descrizioni dei veggenti, anche se stigmatizzati, che si contraddicono l'un l'altro, e neppure le rappresentazioni degli artisti, che ritraggono la scena con gli occhi del loro tempo, i loro pregiudizi e la loro sensibilità.
Nelle descrizioni del dipinto di Colmar cui ho avuto adito, non ho trovato cenno alla "pietra tombale che fluttua in alto" e che la riproduzione proposta parrebbe avallare, però la cosa si spiegherebbe benissimo con una inappropriata qualità fotografica dell'immagine: in questa, ad esempio, non si proporrebbecr-ris-grunewald-x
Francamente non so se i “dettagli che solo un iniziato poteva rappresentare” contenuti nel dipinto abbiano a che vedere con la scena dell’evento oppure con lo scopo per cui furono rappresentati (la guarigione di chi li contemplava).
Trovo sconcertante che si parli di un sudario che “Si alza come portato dal vento, si innalza con l’ascesa del Cristo - faccio espressamente presente che la materia del sudario passa attraverso la materia della roccia che forma la caverna sepolcrale - e ricade, dopo la fine dell’ascesa del Cristo, raccolto nella nicchia sepolcrale. Lì esso rimane, come anche la tela del viso.” Difficile che nel ricadere assuma la forma che riempì Pietro di stupore e che il discepolo “vide e credette”: infatti, dei panni (o fasce) arruffati potevano spiegarsi benissimo con il trafugamento del cadavere.
Anche la lastra tombale, che coprirebbe il sarcofago, parrebbe una invenzione artistica non suffragata dal testo evangelico, che invece la escluderebbe: Pietro e Giovanni non avrebbero visto le bende giacenti e le pie donne avrebbero dovuto preoccuparsi di rimuovere anche quella, dopo la pietra d’ingresso.
Concordo che “Il metodo di indagine scientifico spirituale, prevede l'indagine immaginativa dei fatti spirituali” ma, detto con molta modestia, deve trattarsi di immaginazioni esatte, che trovano conferma nei fatti come li conosciamo da altre fonti.
-Il sudario, da “sudore”, era appunto un grande fazzoletto che fu usato per coprire il volto di Gesù, per alcuni invece per tenergli legata la mandibola, comunque non è certo il lungo lenzuolo detto sindone, vera o falsa che sia.
 
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